Nei primi anni
del XIX secolo la Colombia ribolliva dei primi moti per l’indipendenza,
che, in un primo momento tenuti a freno, esplosero sfociando nella
dichiarazione di indipendenza della repubblica di Gran Colombia (1819).
Il territorio di quella nazione era molto più grande di quella attuale,
comprendendo anche l’Ecuador, il Venezuela, Panama e una parte di altri
stati vicini, quali Brasile, costa Rica, Perù e Guayana.
L’artefice
dell’indipendenza, nonché il primo presidente della Gran Colombia, è
Simon Bolivar (1783-1830), conosciuto nell’intero Sud America con il
soprannome di Libertador, che, conformemente allo spirito dell’epoca,
cercò di stabilire un governo basato sui principi di Jean Jacques
Rousseau.
Un’immagine che ritrae
Simon Bolivar e San Martin nell’incontro che decise la lotta per la
liberazione del continente latinoamericano
A lui si deve
inoltre la fondazione della Seconda Repubblica del Venezuela, la
liberazione del Perù dagli spagnoli e il nome dello stato della
Bolivia. Simon Bolivar, nato nell’odierno Venezuela, oltre alla lotta di
liberazione del continente latinoamericano, portò avanti una coalizione
di tutti i neonati stati latini, ma la fragile alleanza si ruppe ancor
prima della sua morte, avvenuta nel 1830 per tubercolosi.
Poco prima di
morire, quando, abbandonate le cariche, cercava di partire per l’Europa,
affermava in una lettera "Ho governato per venti anni e in questi non ho
ottenuto che pochi risultati certi; primo, l'America è ingovernabile per
noi (nativi); secondo, colui che serve una rivoluzione sta arando nel
mare; terzo, l'unica cosa che si può fare in America è emigrare; quarto,
questo paese cadrà inevitabilmente nelle mani della folla scatenata, per
passare poi a quelle di tiranni quasi impercettibili, di tutti i colori
e razze..."
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